La prima volta che ho assaggiato gli alfajores è stato una mattina di agosto di alcuni anni fa. Le strade del centro di Catania erano roventi, così come l’aria che si respirava. Ma Catania si sa, è focosa, sempre, a prescindere dalla temperatura. E quando rischi il collasso per la calura cosa fai? I più tradizionalisti cedono alle lusinghe delle granite più buone del mondo, i più esotici, come la sottoscritta, macinano chilometri a piedi per raggiungere il negozio etnico del cuore alla ricerca di prelibatezze rinvigorenti. La tentazione di assaggiare cibi nuovi, perdermi in una nuvola di profumi speziatissimi, mi rende sempre scalpitante come una bimba dentro un enorme negozio di giocattoli.
Era senza dubbio il periodo più bello della mia vita, da che io abbia memoria, e di quei giorni di concerti dal vivo, sorrisi, piogge all’alba, passeggiate e cibo buonissimo non dimentico neanche il più piccolo dettaglio. Come la gonna bianca e blu, le converse rosse, i capelli cortissimi e quei dolcetti deliziosi che al primo morso hanno fatto sorridere ogni atomo del mio corpo (e sicuramente anche la mia glicemia).
L’alfajor è un dolce di tradizione araba ma diffuso, con diverse varianti, in Spagna e in Sud America. In Argentina, Cile, Paraguay, Bolivia e altri paesi del sudamerica l’alfajor è un dolce composto da due biscotti molto friabili uniti da un ripieno di dulce de leche e ricoperti di cioccolato, glassa di zucchero o cocco rapè. Il dulce de leche è una deliziosa cremina di caramello al latte che crea una fortissima dipendenza! La mia passione per la suddetta delizia ha radici lontane nel tempo sin da quanto, appena adolescente, avevo appreso della sua esistenza dalle pagine di Latinoamericana e dai ricordi di un giovanissimo Che. Super entusiasta, insieme alla mia mamma, provai immediatamente a riprodurre la ricetta con esiti a dir poco esilaranti. Impreparate e inesperte sbagliammo completamente le tempistiche di cottura della crema stracuocendola per ore e ore e ottenendo un caramello filante compatto e appiccicoso che comunque finì rapidamente nelle pance di tutta la famiglia. Ma dentro al cuore questo desiderio non poteva rimanere insoddisfatto così appena ebbi al possibilità acquistai un vasetto di dulche de leche originale e da allora fu amore incondizionato.
Degli alfajores avevo solo sentito parlare e quando di sfuggita li scorsi tra i coloratissimi scaffali del negozio ne presi subito un paio, ricoperti di cioccolato bianco e al latte. Da quel giorno, appena ne ho la possibilità, corro subito a riempirmi la pancia di queste delizie che ho conosciuto quasi per caso, in quella calda mattina di agosto e che sono il chiaro esempio di cosa significhi per me comfort food.
Per questo motivo non potevo che provare a replicarli in casa e devo dire che il risultato è stato a dir poco sorprendente, quasi come una magia. Questi biscotti così deliziosamente friabili e profumati di arancia e si sciolgono in bocca. Il trait d’union tra la dolce sabbiosità dei biscotti e la copertura di cioccolato è ancora una volta il dulce de leche che lega amorevolmente ogni singolo ingrediente di questo dolce.
Vi consiglio di provarli e di non dimenticare il dettaglio più importante per la riuscita della ricetta, mangiarli in compagnia di qualcuno a cui volete bene, è questo l’ingrediente segreto di ogni merenda che si rispetti. Ed io nel potere magico delle merende, per addolcire anche le giornate più storte, credo profondamente!
La ricetta di riferimento leggermente modificata da me la trovate qui
Ingredienti:
(per circa 30 alfajores di 5 cm di diametro)
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175 g di burro morbido
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175 g di zucchero a velo
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un cucchiaio di nutella
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scorza grattuggiata di una piccola arancia
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un uovo
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60 ml di acqua
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150 g di maizena
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una bustina di lievito per dolci
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350 g di farina
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dulce de leche (lo trovate facilmente nei negozi etnici oppure potete sostituirlo con una crema al caramello abbastanza densa)
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200 g di cioccolato al latte
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200 g di cioccolato bianco
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cocco rapè
Procedimento:
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sbattere il burro morbido con lo zucchero
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aggiungere la nutella, la scorza d’arancia, l’uovo e l’acqua ed amalgamarli al composto di burro e zucchero
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setacciare la maizena, la farina e il lievito su un piano da lavoro
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creare una fontana sulle polveri e aggiungere il composto burroso al centro lavorandolo dall’esterno verso l’interno cercando di far amalgamare le polveri
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quando l’impasto sarà abbastanza solido lavorarlo con le mani aggiungendo, se necessario, un po’ di farina, poco per volta, fino ad ottenere un panetto molto morbido e vellutato
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formare una palla, avvolgerla in un foglio di pellicola e lasciarla riposare in frigorifero per circa due ore
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stendere l’impasto su un piano infarinato con uno spessore di circa 5 mm e formare dei biscotti tondi dal diametro di 5 cm
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FONDAMENTALE! far riposare in freezer i dischi di biscotto finchè non saranno completamente rigidi
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cuocere i biscotti in forno preriscaldato a 200 gradi per sei minuti tirandoli fuori anche se saranno pallidi e morbidi, prenderanno la loro consistenza raffreddandosi
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una volta freddi farcire i biscotti con il dulce de leche
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spennellare i biscotti con il cioccolato fuso o rotolarne i bordi nel cocco
<3 <3 l'arte di saper stare in compagnia, di trasmettere affetto, soprattutto per noi siciliani passa anche attraverso il cibo.
In particolare, saper cucinare dei dolci significa regalare tenerezza e dolcezza a chi vogliamo bene 🙂 e già leggendo questa ricetta, mi tornano in mente tantissimi momenti di allegria che ho avuto la fortuna di trascorrere con la sua autrice alla quale voglio molto bene 🙂
È dolcissima l’idea di poter trasmettere delle emozioni attraverso queste mie piccole ricettose parole. In fondo preparare del cibo è un atto d’amore verso noi stessi, verso le persone che amiamo e un gesto di gratitudine nei confronti della vita. Ti ringrazio per il dolcissimo pensiero Chiara e non vedo l’ora di fare una bella chiacchierata durante una delle nostre super merende :*